SAN PIETRO VERNOTICO- Non la chiamano chiusura ma riconversione, anche se per l’ospedale di San Pietro Vernotico si brancola nel buio. Una cosa è certa non sarà più ospedale. La giunta regionale pugliese ha approvato il nuovo piano ospedaliero. Prevista la chiusura di 8 ospedali pubblici in Puglia. Nella provincia di Brindisi su sei ospedali ne saranno chiusi tre, San Pietro Vernotico, Mesagne e Fasano. Ma mentre sugli ultimi due la direzione generale della Asl ha giù assunto accordi con le amministrazioni locali, per San Pietro si è ancora in alto mare.
La comunità si ribella. Da oltre un anno si è costituito un comitato contro la chiusura dell’ospedale Melli. Si chiede un potenziamento di questo presidio. Una struttura che si trova a metà strada tra Brindisi e Lecce. Tra il Vito Fazzi e il Perrino. “ Questa zona tre le due province resterà scoperta- spiega preoccupata un medico del Pronto soccorso- qui riusciamo quanto meno ad affrontare le prime diagnosi. E abbiamo salvato diverse vite.”
Contro la chiusura gli stessi medici che temono il sovraffollamento del Perrino già al collasso con attesa di oltre 12 ore al Pronto Soccorso. Nella provincia di Brindisi la percentuale di posti letto è pari a 2,7 su mille abitanti, ma la media regionale è di 3,4. Questa provincia insieme alla Bat è la più penalizzata.
La struttura di San Pietro è stata completamente ristrutturata negli ultimi anni, ma di pari passo ai lavori è stata anche lo smantellamento dei reparti. Una contraddizioni in termini di risorse e programmazione. E’ stata realizzata una sala operatoria mai entrata in funzione. Soldi pubblici spesi tre anni fa per un ospedale oggi da chiudere.
Il direttore generale dell’asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone spiega che il nuovo piano è stato redatto non in termini di posti letto ma di efficienza dell’assistenza. “Nulla sarà chiuso- dice Pasqualone- ma riconvertito. Era un’azione già in atto. Trasferiremo i reparti nelle nostre strutture di eccellenza così da migliorare quelle e renderle davvero efficienti. Anche il personale andrà a rafforzare le situazioni di disagio così da migliorare il servizio. Con Mesagne e Fasano abbiamo già raggiunti degli accordi.”
Intanto le critiche al nuovo piano di Emiliano arrivano anche da qualche esponente della sua maggioranza, come il consigliere tarantino Borracino, che contesta gli 800milioni di euro lasciati alla sanità privata. Mentre i sindacati Cgil, Cisl e Uil chiedono una maggiore attenzione per Brindisi, così come è arrivata per Taranto. “Perché- spiega Antonio Macchia della Cgil- in questa provincia non bisogna sottovalutare le questioni ambientali e sanitarie.”
La preoccupazione è che questa struttura possa essere esternalizzata, affidando la gestioni a dei privati così come accaduto a Ceglie messapica.
Lucia Portolano
non sono soldi pubblici, ma di noi poveri contribuenti! quando non vedremo più una classe politica che di “polis” non ha niente? non siamo in grado di mandarli a casa quando andiamo a votare? bisogna anche moralizzare i loro compensi astronomici. o no?