BRINDISI- I casi di bimbi abbandonati dopo il parto nell’ospedale Perrino di Brindisi diminuiscono, sono circa due l’anno, in linea con la media nazionale ma aumentano le interruzioni di gravidanza soprattutto tra le giovanissime.
Dopo il boom del 2013 quando nel reparto di neonatologia si contavano addirittura sette bimbi abbandonati, il fenomeno sembra essersi ridimensionato ma questo a scapito degli aborti, tanto chirurgici quanto farmacologici.
“In media le donne che rinunciano al proprio figlio, subito dopo averlo messo al mondo, sono circa due all’anno” dice il dott. Enrico Rosati, direttore dell’Utin e del reparto di Neonatologia dell’ospedale Perrino di Brindisi. “Siamo perfettamente in linea con la media nazionale che vede 400 bambini abbandonati su 500mila nascite”.
La legge tutela in parto in anonimato, questo consente alle donne di rinunciare alla maternità ma di mettere ugualmente al mondo il figlio.
Nonostante questo molte donne rinunciano a portare a termine la gravidanza e questo accade soprattutto tra le più giovani.
“Capita che ragazze molto giovani si rivolgano al nostro Centro” racconta Giovanna Martina del Centro d’Aiuto alla Vita di Brindisi. “Si tratta di ragazze che hanno già avuto a che fare con gravidanze indesiderate. Sono loro stesse che ci raccontano di essere state costrette dalle proprie madri ad abortire o a prendere la pillola del giorno dopo. Questa cosa ci preoccupa. E’ evidente che trattandosi di ragazze molto giovani non se la sentono di assumere da sole le decisioni, per questo si affidano alle loro stesse madri. Non sempre però questo vuol dire fare la scelta giusta”.
Alla base di questa rinuncia c’è sempre un disagio, l’aborto sembra sempre la via di fuga più semplice.
In Italia il consumo della pillola del giorno dopo è aumentato del 60% negli ultimi cinque anni ed è tra i cinque farmaci più venduti nel nostro paese. Ma il dato più sconvolgente è l’età delle donne che ricorrono al contraccettivo d’emergenza: gran parte sono under 18.
Diverso è l’aborto chirurgico. L’aborto chirurgico qui in Puglia si scontra con i medici obiettori di coscienza che si rifiutano di operare la paziente che decide di interrompere la gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione (cioè dal primo giorno dell’ultima mestruazione). Nella nostra regione sono l’83%.
All’ospedale Perrino di Brindisi, in particolare, i medici sono tutti obiettori. L’aborto è praticato solo a Francavilla Fontana un giorno a settimana. Un solo giorno per coprire l’intera provincia.
L’alternativa è quella di recarsi nelle cliniche private dove ovviamente tutto questo ha un costo.
Lu.Pez.
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