BRINDISI- Una conferenza stampa per strada, fuori dalla scuola che cade a pezzi, ormai chiusa da quasi un mese. La presidente dell’istituto professionale Ferraris, Rita De Vito, urla la sua rabbia contro tutti coloro che hanno abbandonato lei, i suoi ragazzi, e i docenti in questa battaglia. Fa nomi e cognomi di chi pur avendo un ruolo non ha garantito il diritto allo studio di questi ragazzi. Molti di loro anche in difficoltà familiari.
De Vito punta il dito contro l’ufficio scolastico regionale e la direttrice Anna Camilleri che si sarebbe disinteressata al caso. Poi passa per l’assessore regionale allo Studio Leo sino al governatore Michele Emiliano. I suoi studenti rischiano di perdere l’anno scolastico. Proprio così, tutti bocciati, perché al momento sono “ospiti poco graditi”, le stessa li definisce così, nell’istituto Belluzzi dove solo il pomeriggio fanno tre ore di lezione, la metà prevista dal ministero. Per non parlare delle ore di laboratorio che in questo quadrimestre non potranno neanche essere valutati. “Questi sono ragazzi- spiega la preside – che il pomeriggio aiutano i loro genitori o vanno a lavorare. A questi ragazzi è stato violato il diritto allo studio.” In queste settimane c’è un tasso di assenteismo che raggiunge il 40 per cento. Sabato pomeriggio alle 15 l’autobus che li avrebbe portati a scuola a Latiano non è mai passato. “Mi veniva da piangere- afferma la preside- quando mi hanno chiamato gli studenti per informarmi cheda 40 minuti il pullaman non passava.”
La dirigente annuncia che la Procura ha in mano un fascicolo da lei consegnato, un esposto della scuola che chiede di individuare responsabilità in merito alla mancanza dei lavori al suo istituto di proprietà della Provincia. Ma non si ferma qui, De Vito annuncia l’intenzione dei genitori di agisce in class action per presentare denuncia per violazione del diritto allo studio di questi ragazzi.
Si commuove la preside, e non solo lei, ma anche alcuni docenti, quando parla di studenti straordinari che il sabato pomeriggio vanno a scuola. E di quel cartello che era stato strappato, che i suoi alunni hanno fatto come ringraziamento agli studenti dello scientifico che li ospitavano. E si arrabbia, contro i suoi colleghi presidi che non hanno fatto fronte comune, così come gli studenti delle altre scuole. “Dove sono gli studenti brindisini- aggiunge- perché non scendono in piazza con i loro compagni. E dove sono i mie colleghi. Mi sento di dover ringraziare solo tre presidi: Marialuisa Sardelli, Oliva e Metrangolo. Dal resto solo il silenzio o qualche messaggio di solidarietà.”
La preside annuncia che da questo momento in poi si accorderà con qualsiasi parte politica che prenderà a cuore i suoi ragazzi e la sua scuola. “Siamo ormai disposti ad essere rappresentati da qualsiasi partito politico, di qualsiasi colore, pur di portare avanti questa battaglia. Questi ragazzi stanno dimostrando di essere migliori di tanti altri. Altro che scuola di serie B.”
Intanto si attende la riunione dell’8 novembre della Cassa ragionieri che dovrà decidere se firmare il contratto di affitto, dell’ex scuola Fermi, con la Provincia che ha messo a disposizione però solo 80 mila euro, cifra che può coprire sino a dicembre 2017. “Sarebbe necessaria- spiega ancora la preside- che la Regione garantisca la fideiussione per ottenere la locazione di questo stabile.”
BrindisiOggi
E’ PARADOSSALE CHE GLI ALUNNI CHE FREQUENTANO L’ISTITUTO PERICOLANTE IN QUESTIONE PER DELLE RESPONSABILITA’ CERTAMENTE A LORO NON ADDEBITABILI, ALLA FINE PAGHINO IL CONTO CON LA PERDITA DELL’ANNO SCOLASTICO. UN ANNO DELLA LORO VITA NON PIU’ RECUPERABILE.
SE QUESTO DOVESSE ACCADERE CERTAMENTE NON POTREMMO PIU’ DEFINIRCI UN PAESE CIVILE.
DOVE E’ FINITA LA COSIDETTA ” BUONA SCUOLA 2???
E’ uno scandalo; dove stanno le istituzioni che dovrebbero garantire il diritto allo studio ai nostri ragazzi? Regione Puglia, Amministrazione Provinciale, Prefetto, Provveditorato agli Studi, Ufficio Scolastico Regionale e Comune di Brindisi TUTTI LATITANTI. VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!
Perchè, carissima Preside, lei credeva che le cosiddette “istituzioni” le fossero state d’aiuto? Quelle se le troverà vicine, anzi vicinissime, solo quando le arriveranno le cartelle di Equitalia e i balzelli da pagare: lì vede che sono, cosa sono e chi sono le “istituzioni”. Come tutti noi, d’altronde .