Scuola per detenuti ma in carcere non ci sono spazi per aule

BRINDISI- Parte quest’anno il primo corso di certificazione delle competenze nel carcere di Brindisi. I detenuti ritornano tra i banchi di scuola per studiare e riscattarsi nella società civile.

Sono 15 i detenuti brindisini che hanno aderito al programma di studi valido come biennio della scuola superiore. Questo nuovo programma si aggiunge ad altri due già avviati negli anni precedenti, ossia quello di alfabetizzazione e quello necessario per il conseguimento della licenza media.

carcere-brindisi-300x228Normalmente quello di alfabetizzazione sarebbe destinato ai detenuti stranieri ma la realtà racconta che molti giovani italiani non sono in grado di leggere e scrivere.

“Abbiamo molti ragazzi italiani iscritti ai corsi di alfabetizzazione” dice la direttrice della casa circondariale Annamaria Lo Preite.  “Questo accade perché molti di loro non hanno neppure frequentato la scuola dell’obbligo”.

Attraverso invece il programma di certificazione delle competenze i detenuti una volta fuori dal carcere potranno decidere di proseguire negli studi e conseguire il diploma superiore.

“Questi sono solo alcuni dei progetti nei quali vengono coinvolti i detenuti” ha spiegato la direttrice.

Su di una popolazione carceraria di circa 200 persone gran parte sono giovani e per questo hanno voglia di impegnarsi nella prospettiva di imparare un mestiere.

“Abbiamo stipulato diversi protocolli che ci consentono di svolgere molte attività” spiega Annamaria Dello Preite. “Di recente abbiamo siglato un protocollo d’intesa con il Comune di Erchie e di Brindisi per lo svolgimento di alcuni lavori socialmente utili. Non solo, da alcuni anni abbiamo anche un protocollo d’intesa con la Provincia di Brindisi che consente ad alcuni detenuti di svolgere attività presso il museo Ribezzo. In ultimo, abbiamo ancora un protocollo con l’Istituto comprensivo Santa Chiara dove alcuni detenuti si recano a scuola  per occuparsi della manutenzione del verde”.

Si tratta di attività svolte a titolo di volontariato e non retribuite.

Tuttavia nella struttura carceraria  di Brindisi nonostante la buona volontà permangono grossi limiti dettati da alcune storiche criticità.

Una di queste criticità è costituita dagli spazi ridotti.

Dal 2011 un’intera ala della casa circondariale di Brindisi è chiusa ed inutilizzata in attesa di essere sottoposta  a ristrutturazione.

“Forse entro l’anno riusciamo a dare avvio ai lavori” spiega la direttrice Lo Preite. “Il progetto è depositato presso il Dipartimento delle Opere Pubbliche. Si tratta di un progetto di quasi due milioni di euro che mira non solo alla ristrutturazione dell’area in questione ma anche all’adeguamento antisismico. L’augurio è che finalmente si possano creare nuovi spazi in cui i detenuti possano svolgere tutte le attività previste. Dalla palestra alle aule, dai laboratori alle sale di socializzazione”.

BrindisiOggi

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