BRINDISI- Era stato assolto in primo grado, ma in Appello il pg chiede 6 anni e 6 mesi per l’ex consigliere comunale Massimiliano Oggiano, imputato di concorso esterno per associazione mafiosa. La richiesta di condanne arriva dopo quattro anni dall’inizio del processo d’appello al clan Brandi. Invocati aumenti di pena fino a 24 anni di reclusione per gli altri imputati che rispondono a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni e droga. La sentenza è prevista per il 2 ottobre 2017.
A capo dell’operazione “Berat” ci sono i due fratelli brindisini Giovanni e Raffaele Brandi, ritenuti i vertici del clan attivo nella città Brindisi. Il primo grado si chiuse con la condanna dei due fratelli albanesi Arben e Viktor Lekli, conosciuti a Brindisi come “fratelli Semaforo” che regolavano il traffico a canale Patri, a 16 anni per traffico di droga. Per loro è stata chiesta in secondo grado una pena a 24 anni. Per Francesco Giovanni Brandi, condannato a 13 anni e 8 mesi, sono stati chiesti 20 anni; per Giuseppe Gerardi, 16 anni in primo grado, il pg ha chiesto 20 anni; per Giuseppe Raffaele Brandi, 16 anni e 6 mesi in primo grado, chiesti 19 anni; per Antonio Lococciolo, 14 anni in primo grado, chiesti 24 anni; per Gianfranco Contestabile, condannato 12 anni, la richiesta è pari a 14 anni; per Enrico Colucci 10 anni, esattamente come deciso dal Tribunale di Brindisi; per Florenzo Borselli, gioielliere di Carovigno, 6 anni e 2 mesi in primo grado, richiesti 8 anni; per Roberto Brigida, è stata chiesta la conferma della condanna a 1 anno e 4 mesi.
Contro l’assoluzione di Oggiano presentarono appello il pm della Procura di Brindisi Milto Stefano De Nozza e pubblico ministero Dda di Lecce. Le difese sono sostenute dagli avvocati Fabio Di Bello, Ladislao Massari, Gianvito Lillo e Raffaele Missere. Tempi lunghissimi per un processo di appello che ha visto la requisitoria dopo 4 anni.
Le accuse sono a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzate alle estorsioni e al traffico di droga. Sarebbe attribuibili alla clan l’attentato a colpi di Kalashnikov all’azienda Peritas alla zona industriale di Brindisi.
L’appello è iniziato il 18 ottobre del 2012 e da allora è stato un continuo susseguirsi di rinvii. I due fratelli Lekli sono completamente scomparsi, nessuno sa che fine abbiano fatti. Se non dovessero essere rintracciati l’eventuale condanna passata in giudicato non potrà essere eseguita.
Oggiano invece attende di conoscere le sue sorti, in attesa della sentenza. Dopo l’assoluzione in primo grado pensava di aver messo fine alla sua vicenda giudiziaria.
BrindisiOggi
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