BRINDISI- “Si ordina l’immediata chiusura della scuola per inagibilità”. Questa la conclusione del verbale stilato dai tecnici della ASL SPESAL, ASL SISP, Comune di Brindisi, Provincia di Brindisi presso la scuola professionale Ipsia Ferraris di Brindisi. Arriva così l’ordine di chiusura della scuola diretta dalla dirigente scolastica Rita De Vito. Dopo il sopralluogo dei tecnici di tutti gli enti avvenuto nella giornata di oggi, la preside ha convocato una conferenza stampa per domani mattina alle 9 in presenza di docenti, alunni e genitori. Ora si attende un’ordinanza di chiusura dell’edificio.
Ce l’ha fatta la preside che da giorni ha portato all’attenzione pubblica le condizioni in cui si trova da anni l’edificio che ospita il professionale maschile al quartiere Cappuccini, con l’ultimo piano completamento inibito all’accesso. Crepe sui muri, pilastri sostenuti da piantelli, porte rotte, infissi colabrodo, impianti fatiscenti e pavimenti senza mattonelle. In qualche aula c’è anche la muffa. E a cause delle stanze chiuse, perché pericolose, i ragazzi fanno lezione nei laboratori che non vengono utilizzati per il loro reale uso. Viene meno il diritto allo studio, oltre al fatto che l’edificio è un vero pericolo per tutti coloro che ci mettono piede.
La scuola è di proprietà della Provincia di Brindisi, che dopo la legge Delrio dice di non avere più a disposizione grandi risorse. L’ente ha dirottato i 150mila euro che erano destinati all’infissi per sistemare oggi i solai. Ma la situazione è talmente grave, che non basta aggiustare i soffitti.
Oggi è arrivata la “sentenza” di tutti gli organi competenti. Ora bisogna trovare una soluzione. Dalla prossima settimana i ragazzi saranno pera strada.
BrindisiOggi
Fate presto a trasferire i ragazzi all’ex Fermi, prima che questa scuola diventi un altro luogo ( o non-luogo) di raduno di clandestini, sedicenti profughi e delinquenti vari. E’ molto probabile che su questo edificio hanno fatto un bel “progettino” con qualche onlus- volontariato per piazzarci gente come sopra, ma tanta. Per cui i proventi delle sovvenzioni trasformerebbero la cosa in un succulento business. Per pochi, si intende, i soliti “pochi” legati a certa parte della politica.