Trivelle: oggi la parola ai cittadini e su Brindisi lo spettro di Campo Aquila

BRINDISI- A quaranta chilometri  (circa 23 miglia) dalla costa di Brindisi c’è campo Aquila, dove avviene l’estrazione di petrolio per una concessione che Eni ha dal 1992, la scadenza è prevista per 2020. Le attività sono ripartite senza valutazione di impatto ambientale.  Nel 2014 la Capitaneria di porto di Brindisi ha emesso anche un’ordinanza con la quale ha interdetto l’area  estrattiva all’accesso di navi ed aerei,  all’ancoraggio, alla pesca in profondità e ad altre attività.
Nel dettaglio l’ordinanza   stabilisce che è vietato l’accesso a navi ed aerei nell’area compresa nel raggio di 2mila metri dalla torretta di posizionamento della nave Fpso Firenze, che funge da piattaforma estrattiva galleggiante, mentre sono vietati ancoraggio, pesca in profondità ed altre attività in una zona più ampia, compresa nel raggio di 2900 metri dalla Fpso Firenze. Se ci sono tutti questi divieti un motivo c’è.

Nella zona ci sono due pozzi estrattivi e  una piattaforma petrolifera dell’Eni.

Oggi in Italia urne aperte per il referendum sulle trivellazioni in mare entro però le 12 miglia dalla costa . L’esito del referendum riguarda circa 90 piattaforme.   Si può votare dalle 7 alle 23.

Il quesito sul quale i cittadini sono chiamati a rispondere contrassegnando un sì o un no chiede in sintesi chiede: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”. Se vincerà il fronte del sì, sarà abrogato l’articolo 6, comma 17, del Codice dell’Ambiente quello secondo il quale le trivellazioni dovranno continuare fino a esaurimento del giacimento. E, di conseguenza, le concessioni verrebbero interrotte allo scadere del contratto, senza che ci sia quel rinnovo automatico attualmente in vigore e in contrasto, come sottolineano i promotori, con la direttiva europea che prevede l’obbligo di ricontrattazione di ogni concessione arrivata a scadenza.

In Italia ci sonno oltre 90 piattaforme attive in mare. Il premier Renzi ha invitato i cittadini a non andare a votare. Ma nelle Regioni interessate alla presenza dei petrolieri il fronte contro le trivelle è forte. Il referendum sarà valido solo se andrà a votare la metà più uno dei cittadini aventi diritto.

BrindisiOggi

2 Commenti

  1. Lucio,
    Hai ben evidenziato il fatto che tale divieto è solo a titolo di prevenzione.
    Ciò che accadde nel golfo del Messico avvenne perché l’azienda petrolifera doveva effettuare manutenzione ordinaria su valvole CAMERON (leader mondiale sulle valvole inerenti queste applicazioni per qualità e sicurezza che offre).
    Tutto sta sempre al buon senso che l’azienda petrolifera offre.
    Ti posso dire che sulla FPSO Firenze viene fatta anche la raccolta differenziata e la manutenzione è scrupolosa. Ad ogni modo ti dico che non manca molto che questa piattaforma cessi le proprie attività e molto probabilmente anticiperà la normale scadenza proprio perché i pozzi sono quasi vuoti. Si parla già del fatto che a termine raggiunto verrà spostata altrove o dismessa.
    Il personale è stato anche ridotto proprio perché la produzione è diminuita rispetto al passato.

    L’oil & gas è un settore particolare… ma se vengono fatte le dovute manutenzioni e rispettate le caratteristiche di classificazione dell’impianto, non vi sono impatti che possono degenerare e distruggere l’ambiente… certamente non come le centrali a carbone.

  2. “.. Se ci sono tutti questi divieti un motivo c’è.” . Esatto. L’interrogativo che si pone il giornale è quanto mai naturale e legittimo. Evidentemente non si vuol far vedere a chicchessia cosa sta succedendo nei fondali circostanti la piattaforma, ed evidentemente conoscendo nei dettagli la pericolosità intrinseca dell’impianto, la eventuale perdita di controllo del “sistema” in caso di inconveniente, seppur limitato, ci si vuole “parare” una certa parte del corpo umano ( che non nomino per decenza) casomai dovesse accadere qualcosa di terribile , di mostruoso ( vedi golfo del Messico).Ragazzi, quando nella repubblica delle banane succedono i casini è tutta una corsa allo scaricabarile, a far disperdere le proprie responsabilità in migliaia di ” distinguo” ” delibere” “io te lo avevo detto” ” io lo avevo specificato con nota n.213445266/dfhyg/werszzzc etc.” ” noi avevavmo emesso avviso ai naviganti n. 3345573324/tytrrrfg/2344/tyyht del etc.” e via discorrendo. In tale maniera , in sede di giudizio, è ben difficile, se non addirittura impossibile individuare con certezza matematica il colpevole, o i colpevoli, e chiedere loro ragione del disastro.Fantapolitica? Non credo: andatevi a leggere tanti “episodi” oscuri , irrisolti ed inquietanti degli ultimi 50 anni.

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