INTERVENTO/Sui giornali, cartacei e non, in occasione di redazionali televisivi, abbiamo letto ed ascoltato il notaio Errico, ex Sindaco di Brindisi, ex Presidente della Provincia, snocciolare ricette per risollevare la città dal baratro in cui è caduta grazie al nefasto contributo delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni (ultima quella di Consales) ed auspicare un PD rinnovato come quello che immagina Emiliano
Il notaio ci ha ricordato che è sua la tessera n° 1 del PD cittadino; e ne abbiamo piacere.
Ma allora se Emiliano si dichiara iscritto al PD, che vorrebbe rinnovato, è lecito chiedersi se partecipa ad incontri con Rossi e Fusco a titolo personale o come iscritto del PD.
È lecito chiedersi, altresì, dove è stato, il notaio, quando iscritti e militanti aderenti all’area Per la Sinistra si battevano per un partito rinnovato ed un’amministrazione efficace.
Dove era quando i componenti della Segreteria si sono dimessi in aperta contrapposizione con una gestione del partito capotica e contraddizione.
Dove era il notaio, con la tessera n°1, quando, per i nostri accorati appelli, venivamo sbeffeggiati (il sottoscritto è stato definito da Consales un “contestatore a prescindere” tanto per fare un esempio)?
Dove era quando nei direttivi aperti agli iscritti ci si è affrontati, anche a muso duro, sulla gestione del partito e sulle problematiche della città?
Quale contributo ha dato, lui così attento alle questioni ambientali, alla discussione che si è svolta nel 2014 sul polo energetico di Brindisi?
In questi anni trascorsi tra il congresso del 2013 e l’arresto di Consales sarebbero state decine le occasioni per dare un contributo autorevole.
Solo oggi, riapertosi il toto nomi, si rimaterializza la figura autoritaria del notaio.
Brindisi, oggi, ha bisogno delle energie di tutti i cittadini, soprattutto di quelli delusi; che con le proprie esperienze e competenze possano dare il proprio contributo alla rinascita di una città offesa.
Dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare per la collettività avendo l’umiltà di ricordarci che siamo innanzi tutto soldati semplici; anche perché l’autorevolezza non è un dono divino o un’investitura. È una dote che si conquista sul campo con umiltà e sacrificio; non il risultato di un’auto investitura.
Cristiano D’Errico
Portavoce
Per la Sinistra
…ma chi gli ha fatto la tessera n1???
Gli piace essere sempre il primo della classe….
Sicuramente era a preparare atti testamentari…