BRINDISI – Nelle celebrazioni del Giorno della Memoria, nel salone di rappresentanza della Prefettura di Brindisi sono state assegnate 5 medaglie d’onore ad altrettanti militari che si sono distinti per le loro azioni nel periodo della Seconda guerra mondiale, veri e propri eroi che hanno affrontato ogni tipo di avversità, campi di concentramento in primis, prima di poter tornare dalle proprie famiglie, in provincia di Brindisi.
Vitantonio Marinò, soldato dell’Esercito Italiano, classe 1922, venne richiamato alle armi nel gennaio del ’42 ed assegnato al 10° Reggimento Artiglieria dell’Esercito Italiano prima e al 53° reggimento poi. Marinò venne catturato dai tedeschi a Rodi l’8 settembre del ’43, dove rimane fino al 20 novembre del ’44, quando riesce a fuggire. Come prigioniero di guerra, militò nella formazione partigiana in Montenegro fino a luglio del ’45 quando, rimpatriato, si ricongiunse alla famiglia.
Il sottocapo silurista Martino Musa, nato nel 1918, si arruolò nel 1937, partecipando attivamente alle operazioni belliche e, dopo aver ottenuto la promozione a sottocapo silurista, venne imbarcato sulla Francesco Crispi. L’8 settembre 1943 venne fatto prigioniero di guerra nel porto del Pireo in Grecia e deportato nel campo di concentramento M. Stammlager in Germania. Il 09 aprile del 1945 venne liberato dagli Alleati e dopo essere stato trattenuto dagli Americani, venne rimpatriato in Italia il 19 novembre dello stesso anno.
Andrea Orlando, classe 1921, fu chiamato alle armi nel ’41 nel 226° Reggimento Fanteria. Partì per Durazzo in Albania dove partecipò alle operazioni di guerra in territorio balcano. Il 9 agosto ’43 fu fatto prigioniero dei tedeschi ed internato in un campo di concentramento in Germania. Venne liberato dalle truppe russe e trattenuto fino al 23 settembre ’45 quando rientrò nel territorio italiano.
Giovanni Santoro, del 1924, fu richiamato alle armi nell’agosto del ’43 e venne assegnato al 5° Reggimento Genio Artiglieri. Il 9 settembre fu fatto prigioniero dalle truppe tedesche e rinchiuso nel campo di concentramento di Sachsenhausen. Al termine della guerra venne rimpatriato e posto in congedo illimitato dal distretto militare di Taranto.
Domenico Trevisani, nato nel 1920, come soldato di fanteria dell’Esercito Italiano venne assegnato al 225° Reggimento in Grecia. Catturato il 9 settembre ’43 dai tedeschi, fu deportato in treno nel campo di concentramento di Norimberga, dove rimane fino all’agosto del ’45 e dove subì ogni forma di maltrattamento e punizione, riportando anche danni permanenti alla salute. Riuscì a fuggire con un amico nascondendosi nella boscaglia e nei covoni di paglia fino a raggiungere il territorio italiano e la famiglia a Carovigno.
Foto di Gianni Di Campi
BrindisiOggi
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