BRINDISI- “La bisbetica domata”, un classico senza tempo, ineguagliato capolavoro di William Shakespeare, una messinscena che viaggia tra comico e drammatico, con biglietto di ritorno. La stagione del Teatro Verdi di Brindisi riprende nel nuovo anno con «La bisbetica domata», commedia firmata da «Factory Compagnia Transadriatica», in scena mercoledì 13 gennaio, con inizio alle ore 20.30.
Biglietteria: 15 euro in platea e 10 euro in galleria; studenti fino a 25 anni, 6 euro.
La compagnia salentina affronta al Teatro Verdi il suo terzo Shakespeare (dopo il «Sogno» e «Romeo e Giulietta»), rafforzandone la lettura corale e visionaria, nella quale la musica e la rima imbastita da Francesco Niccolini suggeriscono il modello di una comica opera buffa, di una favola nera. Il regista Tonio De Nitto immerge l’opera in un clima fiabesco, parte dalla leggerezza ma finisce nell’abisso della violenza psicologica tra le mura domestiche. Un cambio di registro spiazzante, noir, che si abbatte come una scure e gela l’allegria.
Una commedia ricca di colpi di scena che, col sorriso, porta a riflettere sui rapporti uomo-donna, un’occasione unica per vivere l’ironia e lo stupore con cui la «Bisbetica domata» è diventata un cult. Senza mai tradire la stesura originale di Shakespeare, De Nitto la rilegge restituendo la contemporaneità di questo autore senza tempo.
Il titolo è noto quanto la trama. La vicenda ha per protagonisti personaggi che si muovono dentro un intreccio di equivoci e travestimenti. Ben nota per il suo carattere intrattabile, Caterina (Angela De Gaetano) fatica a trovare pretendenti e quindi marito, a differenza della sorella minore Bianca (Antonio Guadalupi), apparentemente dolce e mansueta, corteggiata da Gremio (Dario Cadei) e Ortensio (Filippo Paolasini). Il padre delle ragazze, il nobile e avido Battista (Franco Ferrante), decide dunque che nessun uomo avrà la più giovane finché la primogenita non si sarà accasata. Così gli spasimanti fanno combutta e convincono Petruccio (Ippolito Chiarello), signorotto veronese, a chiedere in moglie Caterina incoraggiandolo con la prospettiva della dote.
Confrontarsi con un classico pone sempre la questione sulla sua contemporaneità. In questo caso la sfida in più è stata la visione fortemente legata a un’ottica maschile in cui la donna si realizza solo nella devozione all’autorità del marito. Quando Shakespeare scrisse la commedia, nel 1590, la condizione femminile era soggiogata dalla forza dell’uomo, e l’autore mostra con la sua scrittura una personale sensibilità critica nei confronti del ruolo della donna del tempo.
«La bisbetica domata» è una delle opere più illuminanti e moderne del Bardo e deve gran parte della sua fortuna a un tema antico quanto la cultura occidentale: l’addomesticamento della donna puntigliosa e ribelle. Caterina l’inadeguata, spigolosa ma pura e vera, nasconde un mondo di mercimoni, di padri calcolatori, di figlie in vendita, di burattinai e burattini destinati a negoziare l’amore. Caterina si oppone a questo gioco e come in una fiaba aspetta, pur non mostrando di volerlo, un liberatore, un nuovo inizio che suo malgrado potrà costarle molto più di quanto immagini. «Non ho più un corpo, un cervello, un desiderio», dice l’ex bisbetica. Il destino di sposa sottomessa appare di una modernità sorprendente, un tema dei nostri giorni proiettato dall’età elisabettiana.
Le scenografie sono studiate e realizzate in modo da esaltare l’impasto narrativo, in un teatro che riporta il ritmo nel dialogo e nella battuta, e nel quale le luci, in pieno stile shakespeariano, non illuminano ma dipingono.
Si comincia alle ore 20.30
Durata dello spettacolo: un’ora e 45 minuti senza intervallo
Per tutte le informazioni www.fondazionenuovoteatroverdi.it
Tel. (0831) 229230 – 562554
BrindisiOggi
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