CEGLIE MESSAPICA – “Non volevo fargli del male”: sono queste le parole con le quali Patrizio Laveneziana, il 45enne bracciante agricolo che nel pomeriggio di Natale ha sparato al 30enne Giancarlo Zaccaria, ha riconfermato la sua assoluta mancanza di premeditazione né di volontà nel voler uccidere suo cognato.
Questa mattina, nel carcere di Brindisi, si è svolto l’interrogatorio di convalida dell’arresto di Laveneziana, in carcere dalla sera di Natale. Dinanzi al gip, l’uomo ha ribadito la versione dei fatti già fornita agli inquirenti, nella caserma dei carabinieri di Ceglie Messapica, appena accaduto il ferimento di Zaccaria, poi deceduto nell’ospedale Perrino di Brindisi.
L’arma che l’uomo ha preso dalla cassaforte in camera, un revolver, sarebbe servito a spaventare il cognato, che già un anno fa aveva inviato a sua sorella e a Laveneziana una lettera di minacce, con cui preannunciava di “voler fare i conti” con l’uomo che oggi si ritrova, in lacrime, in carcere a rispondere dell’accusa di omicidio preterintenzionale.
L’uomo, difeso dagli avvocati Cosimo Deleonardis e Giovanni Mucci, si trova nel carcere di Brindisi, ma non è escluso che presto la misura restrittiva possa cambiare, consentendo all’uomo gli arresti domiciliari.
L’episodio che vede coinvolti Laveneziana e Zaccaria risale a pochi giorni fa: era il pomeriggio di Natale. Appena dopo pranzo, Giancarlo Zaccaria, che usufruisce di un permesso speciale di 3 giorni per le festività, dopo il pranzo in casa con i genitori si sposta a pochi isolati da casa, raggiungendo la casa della sorella e del cognato, Patrizio Laveneziana.
Qui, l’uomo avrebbe chiesto del cognato, alzando il tono della voce. La donna, preoccupata, avrebbe urlato, per richiamare l’attenzione del marito che, al piano superiore, avrebbe preso il revolver e sarebbe sceso per discutere con Zaccaria. Alla base di alcuni dissidi che si protraevano da tempo tra i due, pare ci siano delle divergenze sull’assistenza di un parente comune.
La discussione tra i due si riscalda, tanto che Laveneziana dichiara agli inquirenti di essere stato colpito dal cognato con 2 schiaffi, nonostante brandisse il revolver. A quel punto, Laveneziana avrebbe sparato un colpo, che colpisce il 30enne all’arteria femorale. Tuto questo avviene dinanzi ai figli minorenni della coppia e a un cuginetto.
Zaccaria, dopo essersi trascinato in strada, viene soccorso da un’autoambulanza del 118 e portato al Perrino, dove spira poco dopo a causa di un copioso dissanguamento. Dai risultati dell’autopsia sul 30enne potrebbero arrivare ulteriori informazioni, utili anche ai fini delle indagini.
BrindisiOggi
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