CEGLIE MESSAPICA – Ci sarebbe stata persino una lettera di minacce a incrinare ulteriormente i rapporti tra i cognati Giancarlo Zaccaria e Patrizio Laveneziana, comparsi sulle pagine di cronaca nella giornata di Natale per una lite finita con la morte del 30enne Zaccaria. A sparare, Patrizio Laveneziana, 45 anni, sposato con la sorella di Zaccaria, un bracciante agricolo.
La lettera sarebbe partita dal carcere, inviata da Giancarlo Zaccaria, che scontava un cumulo di pene da finire nel 2017 per droga, direttamente alla sorella un anno fa. Il tenore della missiva non lasciava spazio a fraintendimenti: “Digli a tuo marito che quando esco dal carcere gliela faccio pagare”.
I rapporti tra cognati non erano affatto buoni: a minare le dinamiche familiari, pare che Zaccaria fosse in rottura col cognato per l’assistenza ad un parente diversamente abile; Laveneziana, invece, non voleva avere rapporti di nessun genere con Zaccaria, anche a causa dei suoi trascorsi con la giustizia.
Zaccaria era riuscito ad avere un permesso premio per 3 giorni, giusto il tempo di tornare a casa e, evidentemente, saldare i conti con il cognato. La vittima, infatti, doveva trascorrere le festività a casa con i genitori, poco distante dalla casa della sorella, sempre nella zona 167 di Ceglie Messapica. Nel primo pomeriggio di ieri, Zaccaria è andato dalla sorella, chiedendo del cognato per un chiarimento.
Quando Laveneziana ha sentito la moglie urlare, ha preso dal suo armadietto delle armi, tutte registrate, un revolver calibro 38 ed è sceso. Tutto sarebbe successo con diversi bambini in casa. Un paio di schiaffi da parte di Zaccaria al cognato sarebbero stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: Laveneziana ha esploso un colpo di pistola alla coscia di Zaccaria, prendendo l’arteria femorale. L’uomo si è accasciato per poi perdere i sensi.
Una volta giunto al Pronto Soccorso del Perrino, per i lui i medici hanno potuto fare poco, constatandone il decesso.
Laveneziana si è subito presentato ai carabinieri della locale stazione, dicendo di aver commesso una fesseria. In lacrime, avrebbe raccontato la dinamica di quello che per gli investigatori sarebbe un omicidio preterintenzionale. Un uomo dalla fedina immacolata, serio lavoratore. Le indagini sono affidate ai militari di Ceglie e ai colleghi di SanVito dei Normanni.
Il pm di turno, Valeria Farina Valaori, stamattina ha conferito l’incarico per l’autopsia al medico legale Antonio Carusi, che ha esaminato il corpo di Zaccaria nel pomeriggio.
BrindisiOggi
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