68 anni fa la tragedia di Marcinelle: in ricordo del concittadino Natale Santantonio

Snim 2024

BRINDISI- “Lavoratore emigrato in Belgio, in seguito alla tragica esplosione di gas verificatasi nella miniera di carbone di Marcinelle, rimaneva bloccato, in un pozzo a più di mille metri di profondità, sacrificando la vita ai più nobili ideali di riscatto sociale. Luminosa testimonianza del lavoro e del sacrificio degli italiani all’estero, meritevole del ricordo e dell’unanime riconoscenza della Nazione tutta”. Questa la motivazione del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, quando nel maggio 2005 decretò, su proposta del ministro dell’Interno, il conferimento della medaglia d’oro al Merito Civile ai 136 minatori italiani morti nella miniera di Marcinelle, in Belgio. Tra loro il 28enne brindisino Natale Santantonio. 8 agosto 1956. Inizialmente pareva solo un banale incidente: un carrello della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier, fuoriuscito dalle guide, che si schiantava su cavi elettrici ad alta tensione privi di griglia protettiva. Poi il terribile incendio che si propagò dal pozzo a 975 metri di profondità in tutte le gallerie. 274 minatori del turno 6-14 restarono come topi in gabbia.  Tra loro 136 italiani, 95 belgi, 8 polacchi, 6 greci, 5 tedeschi, 3 algerini, 2 francesi, 3 ungheresi, 1 inglese, 1 olandese, 1 russo e 1 ucraino. Metà dei morti nostri connazionali erano abruzzesi e 21 pugliesi. Già nel 2001, su proposta di Mirko Tremaglia, in nome delle vittime di Marcinelle, il governo istituì la Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo perché solo 13 di loro ne uscirono vivi, per gli altri 262 tutto lo sforzo fu inutile. L’ultimo ad essere tratto in salvo ancora vivo fu un giovane nel pomeriggio di quel maledetto 8 agosto. Le ricerche proseguirono disperatamente fino al 22 di agosto, quando l’ultima squadra di salvataggio da oltre 1000 metri di profondità decretò: “tutti cadaveri”.  Come sempre le tragedie servono solo se accadono così da allora Marcinelle divenne uno spartiacque: lo Stato italiano decise di mettere fine al protocollo bilaterale del 1946 che facilitava i viaggi dei disoccupati italiani in Belgio considerati fino ad allora “merce da lavoro”. La Ceca e la Comunità Europea di allora cominciarono ad attivarsi per migliorare gli standard di sicurezza nei settori industriali a rischio: vennero approvati regolamenti, direttive e raccomandazioni sulla protezione dei lavoratori più esposti, sulle condizione minime a loro tutela e, in generale, sul diritto del lavoro. Tutto ciò perché Marcinelle non fu l’ultimo caso: incidenti nelle miniere del Belgio tra il 1946 e il 1963 provocarono tra gli italiani 867 vittime. Quell’anno erano partiti per il Belgio 140.000 italiani, di cui 18.000 donne e 29.000 bambini.

 

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