BRINDISI – I 5 Stelle di Brindisi presentano un ordine del giorno con cui chiedono al Consiglio Comunale di Brindisi di pronunciarsi sulle programmate opere portuali. “Affinché – scrivono – si scelga quale sviluppo si vuole per Brindisi, con una seria attenzione per le ZES, ma anche senza alcuna preclusione per scelte alternative di pari dignità, quali la conservazione di spiagge storiche ed il turismo naturalistico”.
Con il decreto legislativo n. 91 del 2017 sono state istituite le Zone Economiche Speciali, con l’obiettivo principale di rilanciare la competitività dei porti maggiormente strategici delle regioni meridionali; ciò sia destinandovi risorse, sia incentivando l’utilizzo di strumenti imprenditoriali già esistenti, anche con riguardo all’innovazione.
La ZES Adriatica comprenderà un’area di circa 2.668 ettari di cui 942 nella sola provincia di Brindisi.
Non appena la Regione Puglia terminerà il proprio iter burocratico sul Piano Strategico, il Ministro del Sud, acquisito il parere obbligatorio del MIT e del MEF, istituirà la ZES Adriatico-Molisana.
“L’istituzione della ZES – aggiungono – (a cui seguiranno il Decreto sulle semplificazioni e la costituzione a Brindisi di una zona doganale interclusa) potrebbe consentire alla nostra città di attrarre ingentissimi investimenti e facilitare la riconversione industriale eco-sostenibile della retroportualità compatibilmente con la tutela del paesaggio (collegandosi alle Aree Paesagisticamente ed Economicamente Avanzate previste dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale). La zona doganale interclusa, nell’ambito delle ZES, potrebbe attrarre imprese impegnate nella logistica ma anche nuove imprese manifatturiere straniere (che produrrebbero un Made in Italy orientato all’esportazione) con ricadute eccezionali dal punto dell’occupazione e dello sviluppo dell’intera provincia. In questa fase storica, lo sviluppo del nostro porto comporterebbe l’esponenziale sviluppo di tutte le economie complementari, della retro portualità, dell’indotto, dell’industria, del manifatturiero e della logistica [non solo container ma anche Ro.Ro. grazie alla presenza dell’aeroporto in Città e del costituendo nodo intermodale ferroviario di Costa Morena (Accordo Governo-RFI) che sarà favorito dal “Ferro-bonus regionale”].In un’ottica rivolta allo sfruttamento della ZES come occasione di sviluppo, è necessario che il porto di Brindisi sia più competitivo, e ciò richiede grandi e profondi bacini di evoluzione e banchine adeguate, affinché sia pronto ad accogliere mega navi di ogni settore (crocieristica, porta container, Ro.Ro.), prendendo atto che lo shipping, in continua evoluzione, è orientato verso la concentrazione, il gigantismo e la ricerca di nuovi carburanti biocompatibili”
“Sul rilancio competitivo del porto – scrivono inoltre – non si ha altra scelta se non quella di valutare le opere programmate. A nessuno deve sfuggire che già in data 26 maggio 2017, l’allora Ministro per la Coesione Territoriale ed il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, alla presenza di tutte le massime autorità istituzionali locali ed ai massimi rappresentanti dell’economia locale, annunciava l’apertura di un tavolo tecnico presso il Ministero per discutere 8 progetti già avviati, per 178.800.000 euro, diretti a rilanciare e rendere competitiva la città di Brindisi; nasceva così il “Patto per Brindisi”, basato anche su alcune opere che venivano poi riproposte dall’Autorità di sistema Portuale nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2019-2021, pubblicato in data 19.10.2018.
Tale circostanza è stata tempestivamente evidenziata dal M5S nelle commissioni consiliari, ove si esortava l’amministrazione a confrontarsi con l’Autorità di sistema portuale facendo le proprie osservazioni al Piano entro il termine del 18.11.2018, decorso purtroppo inutilmente. Purtroppo la nostra classe politica cittadina continua a trincerarsi dietro ad una colpevole ignoranza sui temi dello sviluppo portuale e, prima di esprimersi sul futuro della città, cerca incontri conoscitivi e tecnici su questioni e progetti che dovrebbero essere noti da tempo”.
I 5 Stelle chiedono al consiglio di esprimersi su: -i dragaggi nel porto di Brindisi; il banchinamento nel porto “intermedio” da destinare al traffico Ro.Ro.; la creazione di una cassa di colmata all’interno del porto “esterno” di Brindisi legata al solo dragaggio del Porto cittadino; la possibilità di stoccare, nel porto esterno, il Gas Liquido Naturale per soli fini di rifornimento di navi, TIR e cisterne, senza alcun processo di rigassificazione.
“Infine – concludono – qualora si riterrà che le ZES possano essere una occasione di sviluppo della nostra Città, Sindaco e Giunta dovranno impegnarsi immediatamente a porre in essere tutte le azioni necessarie al fine di semplificare tutti i procedimenti amministrativi funzionali e necessari alla ottimizzazione sul territorio della ZES”.
BrindisiOggi
bravo Adriano. CONDIVIDO ol ns. ZES copre circa il 33%.
è una giusta e corretta visione del nostro futuro portuale.Nascondersi e/o non fare niente non è corretto e salutare. Almeno provarci. Siamo in una situazione che se non si dice quello che vogliamo ( io direi meglio di pretendere perchè ne abbiamo il dirtto) , Bari, sarà felice e contenta della nostra posizione sempre polemica e indecisa favoreggiando così progetti e lavori a beneficio di altri porti del sistema. Molti di quei soldi sono del Porto di Brindisi che ha dovuto versare nella cassaforte di Bari quando purtroppo è stata catapultata , con la consapevolezza e la benevolenza di alcuni salotti buoni brindisini, nel sistema Portuale di Bari. Adriano Guadalupi, Operatore Portuale