BRINDISI – (da IL7 Magazine edizione straordinaria) I due consiglieri comunali più suffragati delle ultime tornate elettorali restano a casa. Proprio quelli dei mille voti. Non c’è il giovane Pietro Guadalupi (di Noi per l’Italia) e poche ore prima della consegna delle liste si ritira, dopo la nuova l’inchiesta giudiziaria, Pasquale Luperti. Restano a casa per motivi diversi e liberano un grande bacino elettorale. Così come non compare in nessuna lista il nome dell’urologo Salvatore Brigante, ex consigliere ed ex assessore comunale, anche lui più volte vicino ai mille. E si sa i voti non sono del tutto appaltabili. A proposito di più suffragati manca all’appello anche Damiano Flores (il primo degli eletti alle scorse elezioni nel Pd poi passato improvvisamente nella maggioranza Carluccio).
Ma sono ben 499 coloro che ci provano a conquistare un posto in consiglio comunale. Liste chiuse e consegnate. Da oggi parte ufficialmente la campagna elettorale per queste nuove amministrative arrivate dopo soli due anni, per una città che non riesce da tempo ad avere un governo stabile e duraturo tra crisi politiche e arresti.
Basta dare uno sguardo alle liste per notare che dopo anni di assenza torna qualche vecchio esponente della politica o qualche suo parente. Così come balza all’occhio l’ondata degli avvocati alla ricerca di un posto da consigliere. È la professione più diffusa tra le varie liste. E sorprende poco visto che dei 5 candidati sindaco ben quattro sono avvocati: Roberto Cavalera per Forza Italia, Repubblicani e forze moderate, Massimo Ciullo per i partiti di Destra, Ferruccio Di Noi con Impegno sociale e Gianluca Serra per il Movimento 5Stelle, solo il candidato del centrosinistra Riccardo Rossi fa l’ingegnere.
I numeri confermano le notizie già anticipate nei giorni scorsi: consegnate 16 liste per cinque candidati sindaco, contro le 22 liste e i 6 candidati sindaco delle amministrative del 2016. La commissione elettorale, presieduta dal vice prefetto Cicoria, è a lavoro per il controllo delle firme e dell’ammissione delle candidature.
A sostegno di Cavalera sono arrivate sei liste: Forza Italia, Idea per Brindisi, Udc- Brindisi Virtuosa, Brindisi in Alto, Pri e Brindisi popolare. Per Ciullo in campo 4 liste: Lega di Salvini, Fratelli d’Italia in bicicletta con Movimento +39, Movimento nazionale della sovranità e Noi per l’Italia. Quattro liste presentate anche per Riccardo Rossi: Brindisi Bene Comune, Partito democratico, Liberi e uguali e Ora tocca a noi. Una sola lista per Ferruccio Di Noi quella di Impegno sociale, e una sola così come prevede lo statuto dei grillini per Gianluca Serra, in campo solo con la lista del Movimento 5Stelle.
Quasi 32 candidati per ogni lista, solo Ora tocca a noi ha presentato 22 nomi, 30 Brindisi popolare dopo l’uscita di Luperti e Marika Rollo, e 31 l’Udc nonostante lo scudo crociato abbia fatto l’accordo con i movimento di Michele Errico. Ed a proposito del notaio il suo nome appare come capolista, la sua è l’unica che non rispetta l’ordine alfabetico.
Candidate tante donne visto la possibilità della doppia preferenza e accade che in uno stesso movimento siano candidati marito e moglie, come per esempio nel Pd dove insieme a Salvatore Valentino è candidata sua moglie Rosella Gentile.
Dopo qualche anno di pausa si registrano diversi ritorni come quello di Luigi De Michele (ex presidente della Provincia) ma anche di Nicola Frugis (anche lui ex presidente del palazzo di via De Leo), Angelo Rizziello (ex capogruppo di Forza Italia), Livia Antonucci, Cesare Mevoli (ex assessore di Mennitti), Damiano Mevoli (ex Pd), Antonio Monetti (ex assessore di Consales) e torna anche Massimiliano Oggiano (Fratelli d’Italia e Movimento +39) da poco assolto in Appello dall’accusa di concorso esterno per associazione mafiosa.
L’ex sindaco Giovanni Antonino schiera invece suo figlio Gabriele, così come l’ex assessore Ermanno Pierri fa scendere nell’agone politico per la seconda volta suo figlio Rino Pierri.
Tanti gli uscenti che ci riprovano: Marina Miggiano, Luca Volpe, Consilia Tau (tutti in Noi con l’Italia), l’ex assessore Raffaele De Maria che questa volta va con Brindisi in Alto, ricandidato anche Antonio Elefante ( al suo terzo mandato nel Pd), Giuseppe Cellie (in Brindisi Bene Comune), Michele Di Donna (Forza Italia), trovano casa invece nella lista di Idea Luciano Loiacono e Maurizio Colella, mentre Manuela Napoletano, la fedelissima di Angela Carluccio, si candida con Fratelli d’Italia dopo l’ormai nota vicinanza dell’ex sindaca al partito della Meloni e lo storico Antonio Pisanelli (Udc).
Nella folta schiera degli avvocati compaiono invece i nomi di Mauro Masiello Liberi e uguali (figlio dell’ex sindaco), Alessandra Cuppone, Luca Leoci e Luigi De Franco (Forza Italia), quest’ultimo fratello di Fabio Leoci (il grillino avversario di Serra per ottenere l’accreditamento della lista alla candidatura di sindaco), Marco Paladini, Mauro Durante, Silvia Lapenna e Ferdinando Dragone (5Stelle), Giovanna Corrado (Brindisi in alto), Rubina Ruggiero e Simona Solidoro (Pd), Alessandro Formosi (Impegno sociale), Sabrina De Punzio e Valentina Camassa (Fratelli d’Italia), Carmela Lomartire (Popolari per Brindisi).
Con cinque candidati sindaco e la situazione alquanto il turno di ballottaggio sembra quasi scontato. Campagna elettorale sotto la lente di ingrandimento di Prefettura e Procura, che un segnale lo hanno già lanciato con l’inchiesta sui voti “raccolti” nella Multiservizi, dove nel 2016 si crearono diversi schieramenti. Le società partecipate così come “l’ambiente rifiuti” ed alcuni quartieri in particolare sono guardati con grande interesse dai ricercatori di voti facili.
Lucia Portolano
Ecco l’edizione straordinaria de Il7 Magazine
” LA VERGOGNA DELLA DEMOCRAZIA ” Soltanto un reggimento politico capace di cauterizzare alla radice…le piaghe delle degenerazioni partitocratiche, potrà debellare la criminalità nelle sue ramificazioni e propaggini e riportare l’Italia all’ordine, restituire dignità allo Stato italiano debilitato nelle sue prerogative di sovranità ed intristito da una esilità etica così deprimenti da fargli avvertire i brividi della morte anche per i sussulti suscitati dalle rivendicazioni clericaleggianti dei soliti incalliti del parassitismo politico.