240 chiamate in un solo giorno, lo sfogo della pediatra: “Tamponi a rilento, e scaricano tutto su di noi”

BRINDISI – (da il7 Magazine) Il telefono squilla in continuazione. Mamme preoccupate per un colpo di tosse, naso che cola, mal di gola, autocertificazioni da compilare per il rientro a scuola, certificati medici  richiesti una volta superati i tre e i cinque giorni. È un continuo ormai dal 24 settembre. “Guardi ho ricevuto 240 chiamate in un solo giorno, ho riposto un attimo il telefono solo in questi minuti per fare la spesa. Non ne possiamo più. C’è da impazzire”. Franca Sergio, è una pediatra della provincia di Brindisi, assiste 900 ragazzini. La sua situazione è simile  a quella di tutti i suoi colleghi. “Hanno scaricato su di noi ogni responsabilità – dice il medico – ed ora ci accusano anche di far fare troppi tamponi. Ho sentito l’assessore regionale alla Sanità Pier Luigi Lopalco dire in un’intervista che i pediatri stanno soffrendo di tamponite, ma come facciamo noi ad escludere che si possa trattare di Covid quando c’è un mal di gola, la febbre, o la tosse? Le scuole chiedono l’autocertificazione ai genitori per l’assenza di un giorno per malattia escludendo che si tratti di Covid una volta sentito il pediatra”. Su questo ultimo punto i pediatri hanno inviato un esposto all’Ufficio scolastico provinciale e alla Procura della Repubblica con il quale si diffida chiunque ad utilizzare queste autocertificazioni fatte scaricare dalla scuola ai genitori. Un atto che secondo i medici costituirebbe un reato, in quanto un pediatra non autorizzerà mai un rientro a scuola attraverso un parere telefonico. Un parere che non avrebbe nessuna base scientifica.

La situazione è incandescente già in queste prime settimane d’autunno, la preoccupazione aumenta con l’arrivo dell’influenza stagionale, dove i sintomi in molti casi sono gli stessi del Covid. Per ora gli unici sintomi che escludono che si possa trattare di Coronavirus sono dolori addominali, otite e congiuntive.

“Ci chiediamo come faremo in piena influenza – aggiunge la pediatra – intanto io in estate avevo prenotato 400 vaccini antifluenzali e per ora ne sono arrivati solo 100. Ho dato precedenza ai bambini più deboli e ai miei pazienti figli di malati oncologici. Sto aspettando che arrivino gli altri 300 che sono in ritardo e stiamo lottando con i genitori che stanno prenotando i vaccini solo ora (quando abbiamo chiesto loro di aderire alla vaccinazione entro luglio). In queste settimane in ambulatorio stiamo somministrando i vaccini”.

Intanto dalla Asl fanno sapere che c’è un ritardo sulla seconda trance delle dosi per la vaccinazione, e che queste arriveranno tra qualche giorno e saranno distribuiti ai medici.

I medici pediatri della provincia di Brindisi lanciano un grido d’allarme prima che la situazione possa degenera e che la tensione possa diventare alta anche tra i genitori. Per questo hanno redatto una serie di proposte che vorrebbero far arrivare al presidente Emiliano e all’assessore Lopalco. Chiedono che si aumenti il personale e la dotazione degli strumenti del dipartimento Prevenzione della Asl di Brindisi ormai al collasso, che vengano validati e utilizzati i test rapidi e i test salivari. La problematica è quella della lunga attesa per fare i tamponi e per ricevere l’esito, per quanto la tempistica sia diminuita rispetto alla prima fase il disagio comunque resta, soprattutto ora che a essere coinvolti sono i ragazzi. Non aiutano le classi scolastiche numerose, nonostante la pandemia infatti in alcune scuole di Brindisi sono state formate anche prime classi con 28 – 29 alunni, ospitate in aule dove il distanziamento non è totalmente garantito, a questo si aggiungono i problemi dei trasporti pubblici con ragazzi e pendolari assembrati negli  autobus contro ogni rispetto dei dispositivi anti Covid.

Nonostante siano passati mesi dalla prima alla seconda ondata della pandemia diversi settori sono ancora impreparati. Ed ora bisogna fare i conti con i numeri che aumentano e con sistemi che vanno in tilt.

Lucia Portolano

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