ROMA – “E’ stato il figlio” di Daniele Ciprì, girato a Brindisi con Toni Servillo, Aurora Quattrocchi, Benedetto Ranelli, Alfredo Castro, è candidato ai David di Donatello 2012/2013 nella categoria “migliore scenografo” con il professionista Marco Dentici. Le candidature per settore sono state state votate dal 27 aprile al 3 maggio 2013 dai 1804 componenti la Giuria dell’Accademia e trasmesse ufficialmente dallo Studio Notarile Marco Papi, comunicate nell’incontro della settimana scorsa in RAI con la stampa, da Gian Luigi Rondi, Presidente dell’Accademia.
Alla prestigiosa 57esima edizione dei David di Donatello, che sarà trasmessa in prima serata su Raiuno il 14 giugno, concorrono nella sezione dedicate alle scenografie, professionisti che hanno messo su film quali “Diaz“, che racconta le scene cruenti dei pestaggi durante il G8 a Genova o “La migliore offerta” di un signor regista quale Giuseppe Tornatore.
Dentici, siciliano, ha già ricevuto un Nastro d’argento alla migliore scenografia nel 2009 e il David di Donatello per il miglior scenografo nel 2010 per il film Vincere. Ora potrebbe vincere il secondo per aver curato le scenografie del film di Ciprì girato a Brindisi e già salito agli onori della cronaca per gli otto minuti di applausi alla Mostra di Venezia il 29 agosto del 2012. “È stato il figlio”, tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Alajmo, è una pellicola distribuita da Fandango e sostenuta dall’Afc, che per la prima volta in cinque anni di attività è entrata nella selezione ufficiale delle opere in concorso alla Biennale. Ora anche questo riconoscimento che è un onore per Brindisi e i brindisini, anche se nel film è trasfigurata e non rappresenta se stessa ma una Palermo poco acculturata.
Il film racconta la storia vera della famiglia siciliana Ciraulo nel quartiere Zen. Nicola è a capo di questa famiglia ”sporca e cattiva” composta di sei persone. Ignoranti e poveri, ma con una Mercedes fiammante parcheggiata sotto casa. Lo Stato risarcisce loro per la morte della figlia durante una sparatoria di mafia. E loro che fanno? Fanno i ricchi prima ancora di aver incassato i soldi. Ma saranno questi soldi, ottenuti a causa della morte di una povera ragazza, a scatenare altra morte e altre tragedie. Come voce narrante del film, all’interno di un anonimo ufficio postale, un signore trasandato di nome Busu (lo straordinario Alfredo Castro protagonista di ‘Tony Manero’ e ‘Post Mortem’).
“Volevo assolutamente la faccia tragica di Castro per questo personaggio” ha detto Cipri’ che firma per la prima volta un film senza Franco Maresco. ” “E’ stato il figlio’ – ha spiegato ancora – racconta un aspetto molto tragico della realta’ anche se si ride molto. Si va insomma dal grottesco alla tragedia vera. E questo specie nella parte finale che non posso rivelare e che e’ un vero pugno nello stomaco”. La vicenda che racconta Ciprì non ha un vero tempo definito e non finisce affatto bene. “D’altronde non ho mai fatto storie da “e tutti vissero felici e contenti”. questo lavoro e’ uno specchio di quello che sta succedendo oggi. E’ una favola nera dove tutti i personaggi sono a loro modo insalvabili anche se fanno ridere e appartengono per certi versi a una famiglia solare” ha concluso il regista palermitano.
Carmen Vesco
Commenta per primo