BRINDISI- “Tra Natale e Sud America”, concerto dell’Orchestra Giovanile in scena martedì 19 dicembre (ore 18) nella piazzetta antistante il Teatro Verdi il concerto dell’orchestra nata per salvare centinaia di bambini a rischio, un progetto ispirato al «Sistema» di José Antonio Abreu.
Sarà un concerto davvero speciale quello che si terrà martedì 19 dicembre, con inizio alle ore 18, nella piazzetta antistante il Teatro Verdi di Brindisi. Lo spettacolo rientra nella rassegna «Brindisi a Natale 2017» organizzata dall’Amministrazione comunale di Brindisi con la partecipazione della Fondazione Nuovo Teatro Verdi. Davanti all’antico arco a ogiva andrà in scena il concerto «El sistema di Abreu – Tra Natale e Sud America» dell’Orchestra giovanile Musica in Gioco: sul podio Andrea Gargiulo, docente di esercitazioni corali presso il Conservatorio Piccinni di Bari e artefice di un progetto di integrazione sperimentale che si ispira a «El Sistema» di José Antonio Abreu, musicista ed ex ministro della Cultura in Venezuela, un modello di educazione musicale e sociale pubblico, gratuito e libero, indirizzato ai ragazzi costretti al disagio e alla povertà. Un progetto che si basava su un concetto innovativo: ai giovani veniva insegnato a suonare uno strumento musicale. L’intuizione di Abreu è stata di aiutare i ragazzi disagiati dei barrios a trovare un’attrazione culturale e un ascensore sociale nella musica. Con il suo «Sistema», Abreu ha recuperato circa tre milioni di bambini, diecimila dei quali sono poi diventati musicisti professionisti. Allo stesso modo, «Musica in Gioco», associazione culturale barese fondata nel 2010, ha dato vita a un’orchestra-laboratorio formata da bambini e ragazzi con l’intento di contrastare il disagio sociale, culturale, la disabilità o semplicemente la mancanza di stimoli nei ragazzini. «È un progetto sociale – ha spiegato il M.O Gargiulo – perché noi diamo priorità ai bambini con difficoltà economiche, comportamentali e relazionali, o con diversa abilità. Ogni bambino è una nota musicale, le differenze sono ricchezze che si amalgamano, e in un’orchestra il gioco di squadra è la regola maestra. Il progetto è aperto a tutti, non esclude nessuno e nasce nei quartieri di periferia dove è più alta l’incidenza della devianza e del disagio sociale. Ai piccoli orchestrali mettiamo a disposizione in comodato d’uso gli strumenti, fiati, archi e percussioni, e gli unici finanziamenti che riceviamo provengono dagli sponsor e dalle donazioni».Il concerto proporrà alcuni temi natalizi e sudamericani, passando per la celebre «La vita è bella» e una versione imperdibile del Mambo da West Side Story di Leonard Bernstein, un viaggio affidato a un’orchestra di quaranta giovanissimi più dieci maestri capitanati dal quarantanovenne Andrea Gargiulo, napoletano residente a Mola di Bari dal 2006, pianista, concertista, direttore d’orchestra e docente del sistema Abreu. Tra gli artefici di un esperimento che cattura attenzione e si distingue per la originalità del modus didattico e aggregativo: «Il primo passo è far parte dell’orchestra – ha proseguito Gargiulo – cominciare a suonare ancor prima di imparare. La prima cosa che chiedo ai ragazzi quando arrivano è: “Ti vuoi divertire con noi?”. Sono subito messi a contatto con lo strumento e imparano giocando anche in maniera caotica, iniziando ognuno da un diverso e personale punto di partenza. L’inclusione è qualcosa che parte da noi stessi, dal sentirsi trattati in maniera inclusiva e non divisiva. Crediamo tantissimo in questa formula, oggetto di studio assieme alla Facoltà di Scienze della Formazione di UniSalento, che in Italia abbiamo tradotto in “didattica reticolare”, per cui non esiste la valutazione né il giudizio: ciò che conta non è suonare bene ma suonare insieme creando bellezza». Perché in fondo l’errore non esiste: la nota sbagliata in un contesto, è giusta in un altro. Prodigi della musica… Queste, infine, le parole di José Antonio Abreu: «L’orchestra è una società che pratica per definizione l’interdipendenza, l’orchestra è un’impresa collettiva in cui tutti sono d’accordo nella voglia di affrontare brani sempre più difficili, e questo forma la personalità di ogni ragazzo: previene la droga, previene la violenza, ed è uno strumento insuperabile di sviluppo sociale. La musica opera questo miracolo: costruttivo, seduttivo, creatore, nel bambino e nell’adolescente».
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