Un comitato No Tap anche a Brindisi, venerdì assemblea pubblica

BRINDISI – Brindisi si prepara a costituire un comitato ‘No Tap’. A lanciare la proposta è il sindacato Cobas che invita associazioni, movimenti e cittadini a partecipare ad un’assemblea pubblica indetta per venerdì 8 settembre prossimo alle 18 presso l’ex convento di Santa Chiara. Durante l’incontro interverrà Gianluca Maggiore, rappresentante del Comitato No Tap.

Questa opera (Trans Adriatic Pipeline) parte dall’ Azerbaijan, attraversa Georgia, Turchia, Grecia e Albania e l’approdo è previsto nella marina di Melendugno (Lecce). Successivamente il gasdotto, dopo aver attraversato le province di Lecce e Brindisi, si congiungerà alla rete della Snam in contrada Mataggiola tra Brindisi e Mesagne.

“La paventata costruzione di un’opera inutile e dannosa, – scrivono dal Cobas – fortemente impattante sia dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista economico- sociale, è figlia solo di una speculazione economica in prospettiva di fare diventare l’Italia un incertissimo snodo europeo del gas”.

Anni fa i cittadini di Brindisi e della provincia hanno rifiutato l’installazione di un rigassificatore nel porto.

I movimenti No Tap salentini insieme al comitato No Tap hanno sempre rifiutato l’ipotesi di spostare l’approdo da San Foca a Brindisi, già area in forte sofferenza dal punto di vista ambientale, della salute, sociale ed economico, in cambio di una  riconversione a gas della centrale a carbone di Cerano.

“È pura fantasia la possibilità di riconvertire la centrale a carbone di Cerano a gas, – sottolineano dal Cobas – vuoi per il costo dell’investimento e vuoi per il basso rendimento energetico ottenuto da tale eventuale operazione. Nonostante la già attuale disponibilità di gas sono decine le centrali turbogas in tutta Italia oggi ad essere ferme causa sovrapproduzione energetica, dovuta al processo di privatizzazione e liberalizzazione del mercato elettrico. Lo stesso amministratore delegato dell’Enel, Starace, ha affermato che il futuro della società elettrica è legato unicamente alle rinnovabili”.

Quindi secondo gli esponenti del comitato la proposta del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, di spostare l’approdo Tap da Melendugno a Brindisi è assolutamente irricevibile.

“Un’opera faraonica dal valore complessivo di circa 45 miliardi di dollari che dovrebbe far destare non poche riflessioni di opportunità in senso economico, politico e geopolitico visto che lo stesso gasdotto parte dall’Azerbaijan del presidente dittatore Aliyev, nazione inserita ai primi posti della black list di Amnesty International per la violazione dei diritti umani e attraversa, con il TANAP (Trans Anatolian Pipeline), la Turchia che non brilla sicuramente per democrazia e per stabilità politica visto che il suo presidente e dittatore Erdogan sta esasperando la repressione sui suoi oppositori dopo il finto colpo di stato del 15 luglio 2016 e contro la minoranza curda creando le condizioni concrete di scatenare una guerra civile interna” concludono.

BrindisiOggi

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