BRINDISI – A seguito dell’omicidio avvenuto nel Napoletano, dove un uomo ha ammazzato a colpi di fucile l’anziana madre e il ferimento nel centro abitato di un 37enne a Ceglie Messapica, scattano i controlli per la detenzione di armi anche nel Brindisino.
Recenti fatti di cronaca sia nazionale che locale, hanno richiamato l’attenzione sulla problematica dell’illecito utilizzo delle armi da fuoco ancorché legalmente denunciate. A Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, il mese scorso un 54enne del luogo armato di ben due fucili semiautomatici calibro 12 caricati a pallini e con 20 cartucce, avrebbe esploso al termite di una lite, nei confronti di un 37enne tre colpi.
Ecco il motivo fondante per cui già da diversi mesi, il comandante provinciale di Brindisi, avvalendosi delle stazioni dipendenti capillarmente presenti, ha avviato un controllo di tutti i soggetti in possesso di armi, per la verifica della corretta custodia in ossequio alla normativa vigente.
Il servizio straordinario, espletato nell’intera provincia nei primi 20 giorni del mese di maggio, ha fatto registrare i seguenti risultati: 183 soggetti detentori di armi controllati; 15 deferiti a piede libero per inosservanza delle norme sulla diligente custodia, trasferimento dell’arma in altro luogo, smarrimento, denuncia ex–novo per decesso del congiunto detentore, detenzione abusiva di armi e munizioni; 20 armi sequestrate; 442 munizioni sequestrate; 4,8 Kg polvere da sparo sequestrata; 6 proposte di revoca di porto d’armi.
Dall’inizio dell’anno, l’attività accertativa complessiva ha prodotto i seguenti risultati: 863 soggetti detentori di armi controllati; 65 deferiti a piede libero per inosservanza delle norme sulla diligente custodia, trasferimento dell’arma ad altro luogo, smarrimento, denuncia ex–novo per decesso del congiunto detentore, detenzione abusiva di armi e munizioni; 7 arresti, per detenzione abusiva di arma clandestina e per illecita detenzione di armi comuni da sparo; 130 armi sequestrate; 874 munizioni sequestrate; 4,8 Kg di polvere da sparo sequestrata; 33 proposte di revoca di porto d’armi.
Le verifiche vengono esperite in ottemperanza all’articolo 38 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza che recita “chiunque detiene armi o parti di esse e/o munizioni deve farne denuncia all’Ufficio locale di Pubblica Sicurezza o, quando questo manchi, al locale Comando dell’Arma dei Carabinieri”. La norma prevede altresì che “l’Autorità di Pubblica Sicurezza ha facoltà di eseguire, quando lo ritenga necessario, verifiche di controllo e di prescrivere quelle misure cautelari che ritenga indispensabili per la tutela dell’ordine pubblico”. “La denuncia di detenzione deve essere ripresentata ogni qualvolta il possessore trasferisca l’arma in un luogo diverso da quello indicato nella precedente denuncia. Il detentore delle armi deve assicurare che il luogo di custodia offra adeguate garanzie di sicurezza.”
L’obbligo della corretta custodia si considera adempiuto, allorché, concretamente si adottino tutta una serie di cautele, quindi occorre assumere tutti quegli accorgimenti che porrebbe in essere una persona di normale prudenza.
Il successivo articolo 39 del T.U.P.L.S. stabilisce che il Prefetto della provincia, ha la facoltà di vietare la detenzione di armi e munizioni alle persone ritenute capaci di abusarne. Pertanto l’attività informativa e successivamente ispettiva da parte dell’Arma dei Carabinieri mira anche all’acquisizione di tutta una serie di elementi utili al fine di porre l’Autorità preposta nelle migliori condizioni decisorie.
BrindisiOggi
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