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TUTURANO- «Me l’ha ucciso!». Sul sagrato della chiesa della Madonna Addolorata, a Tuturano, il grido di dolore di un’altra donna dolente riempie la piazza al centro della quale gli amici di suo figlio tenevano alta la bara dove Mattia riposa. È la fine della cerimonia funebre che saluta Mattia Cavallo, il ragazzo non ancora 16enne che è morto lunedì sera a due passi da casa, in uno scontro tra il suo scooter, un Gilera Runner, e l’auto del 70enne Antonio Riso, una Fiat Brava.
La mamma di Mattia non vuole arrendersi al tragico destino capitato al suo ragazzo e la rabbia, fatalmente, si mescola alla disperazione. «Guarda, guarda quanta gente c’è qui per te oggi! Non mi lasciare, ti prego!». La donna è piegata in due dal dolore. Suo marito, Enzo, un macellaio molto stimato in paese, cerca, insieme ad altri parenti, di placare la collera della moglie, rispondendo calorosamente all’abbraccio di tutta la comunità. «Voglio ringraziarvi tutti: amici, parenti e tutta Tuturano». Così, Enzo aveva raccolto l’invito di don Francesco al termine della funzione. «Vorrei baciarvi tutti, uno a uno».
La bara del figlio è a due passi ma Enzo riesce a trovare quel filo di voce ruvida per tributare un ultimo ringraziamento a tutti quelli che sono accorsi in massa a dare l’ultimo saluto al suo Mattia. Tutto il paese è lì, concentrato nei pochi metri quadri della piazza antistante la chiesa. Il sole ancora caldo rende abbagliante il bianco che domina la scena: bianche le magliette indossate dagli amici di Mattia con la sua foto stampata sul petto, bianchi gli striscioni che ricordano l’affetto del paese per il suo figlio, bianchi i palloncini lasciati volare alla fine della cerimonia, bianca la bara di Mattia. Don Francesco, durante l’omelia, non cerca giri di parole per un facile e impossibile conforto. «Sentimenti contrastanti albergano ora nei nostri cuori – spiega il sacerdote – derivano dalle domande e dai dubbi che la morte di Mattia ci pone». Don Francesco, però, confida nella volontà divina non come disegno messo in atto per far soffrire i propri figli ma come progetto che vede il suo compimento in modi a noi incomprensibili. Alcuni ragazzi hanno voluto esprimere, con la semplicità e l’incisività propria degli adolescenti, il loro pensiero con un microfono in mano. Delle preghiere, riassunte poi dalla benedizione di don Francesco. «Probabilmente i 15 anni di Mattia – ragiona il parroco – sono valsi agli occhi di Dio il raggiungimento della pienezza. Per questo l’ha richiamato a sé. A noi non resta che ricordarlo col suo sorriso furbo e la sua spiccata intelligenza, perché, come alcuni suoi amici hanno scritto, non si muore mai davvero quando si è vivi nel ricordo».
Maurizio Distante
MANDO UN ABBRACIO FORTE A TUTTA LA SUA FAMIGLIA. SPOPRATUTTO ALLA MADRE DI MATTIA. SPERO CHE SI RIPRENDA PRESTO. PERCHE MATTIA STARA SEMPRE CN NOI. E PROTEGGERA LA SUA FAMIGLIA E IL SUO CARO FRATELLINO CRISTIAN. VI DO LE MIE CONDOLIANZE PER LA PERDITA. E UN ABBRACCIO CALOROSO DA TUTTA LA FAMIGLIA FELLINE.
Da Francoforte mando un caloroso abbraccio alla famiglia di Mattia.